In molti credono che basti un’ottima cucina ed un servizio perfetto per offrire una grande esperienza culinaria ai clienti, ma c’è dell’altro… Se la cucina è l’anima del locale e il cibo la sua carta d’identità, il biglietto da visita di un ristorante è la sala. E, nemmeno qui, ci si può permettere di sbagliare. Ecco quindi i nostri sette consigli per aprire un locale di successo.

1. Cibo buono

È ovvio e lo diciamo subito: un ristorante di classe deve essere un posto dove si mangia bene. È bene sottolinearlo, perché certe “evoluzioni culinarie” tendono a diventare meri esercizi di esecuzione fini a se stessi; come la moda per la ristorazione esperienziale a volte “dimentica” che ambientazione e contorni – e non alimentari ma legati allo spettacolo –  fanno perdere di vista la cosa più importante: il ristorante deve servire piatti buoni, come ricorda spesso il grande chef Antonino Cannavacciuolo.

2. Entrata libera: senza divisori stile anni 90

I divisori grigliati in legno posticci “non vanno” più: creare divisione all’entrata di un locale va innanzitutto contro il principio dell’abbattimento delle barriere, senza considerare la scomodità per il cliente in attesa e lo spreco di spazio. Ma il problema principale, a nostro avviso, è il “danno da isolamento” causato dalla barriera: un cliente in attesa del proprio tavolo deve poter iniziare ad assaporare (è proprio il caso di dire) il locale che lo ospiterà per le successive due ore: design, arredi, colori, profumi, suoni e luci si fondono in un’atmosfera unica, che rappresenta il carattere e la personalità del ristorante. Perché privare di tutto questo il cliente?

3. Bancone prodotti all’entrata

Un’idea, semplice e geniale, per far apprezzare le peculiarità del proprio ristorante, è quella di mettere all’entrata un bancone gastronomia dove il cliente può vedere e/o acquistare alcuni di prodotti o materie prime cucinate nel locale. Tipicamente si può trattare di pasta fresca, carne, pesce, conserve particolari eccetera. Insieme al classico bancone dolci, contribuisce a creare una “zona di attesa” del tavolo di straordinario impatto.

4. Accoglienza

Il titolare (il maître nei locali più prestigiosi) deve naturalmente accogliere i clienti e fare gli onori di casa. Magari iniziando a introdurre le specialità del locale o i “fuori menù”: la creazione dell’aspettativa non può che fare bene a chi sta preparandosi a passare una serata in ristorante.

5. Luce

L’illuminazione è ormai riconosciuto come uno dei fattori cardine dell’ambientazione di uno spazio. I led oggigiorno permettono ogni tipo di soluzione estetica ed emozionale: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma attenzione a non scadere nel pacchiano: l’intervento di un architetto designer di interni specializzato nella ristorazione diventa da qui in poi indispensabile.

6. Decorazioni

Utilizzare quadri e stampe originali è un modo per dare personalità a un ambiente che non deve essere anonimo. Anche qui, è necessario l’intervento di un interior designer di effetto, capace decorare il ristorante con opere d’arte e/o oggetti particolari, caratterizzanti ma non “pesanti” o, peggio ancora, kitsch.

7. Arredamento: tavoli e sedute

Dulcis in fundo: tavoli e sedie. Posto che gli arredi tecnici (come il bancone bar) non “hanno bisogno” di essere tassativamente di design poiché possono essere facilmente rivestiti, la scelta di tavoli sedie, sgabelli, poltroncine e divani non può non essere lasciata al proprio architetto di fiducia. Non solo per il design, benché questo sia l’aspetto principale dell’ambientazione del proprio ristorante: la solidità, la durevolezza nel tempo e la praticità di uso e di pulizia svolgono un ruolo essenziale nella componente del ristorante più soggetta a stress insieme alla cucina.

Inutile dire, in chiusura, che è indispensabile un fornitore di tavoli e sedute capace di unire il grande design all’assoluta affidabilità…

Domo Parioli Roma